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LetterAltura 2010: pubblico e grandi autori sul Lago Maggiore

Gli autori di Lago Maggiore
LetterAltura 2010, fra momenti di poesia e di impegno civile, non
risparmiano altre sciabolate nei confronti della classe politica. Ce
n’è per molti, da La Russa a Bondi, da Cossiga agli amministratori
locali. Insomma, dopo l’avvio sornione di giovedì e venerdì, nel
week-end è tornato il grande pubblico per i nomi forti di
Stefano Benni, Mauro Corona, Erri De Luca, Benedetta Tobagi, Gad Lerner. Pochi
i turisti negli alberghi venuti apposta per seguire la manifestazione. La
cronaca, i numeri degli appuntamenti, i commenti degli operatori
turistici…

La cronaca del festival: sabato 26 giugno

I momenti di poesia e
di incanto più intensi di LetterAltura 2010 sono stati 2: quello con Stefano
Benni al Chiostro (oltre 200 spettatori e tutto esaurito) e quello con
Erri De Luca e Gianmaria Testa all’Arena (300 spettatori, tutte le 200 sedie
esaurite oltre a un centinaio di spettatori sugli spalti). Benni che racconta
della sua infanzia sugli Appennini, di quella che lui chiama la
letteratura della luce fioca, essendo nato quando ancora nel suo paese
non c’era la corrente elettrica. La letteratura della luce fioca è quella delle
cose intraviste, ed è così che nascono le paure: quando la porta è
chiusa e non si sa cosa ci sia dietro. Non quando i mostri sono esibiti e si
vedono bene. Il mostro che si mostra non fa paura. 
L’affabulazione è quella del narratore davanti al focolare, anche se ci sono
centinaia di persone (finalmente). Racconta ancora Benni, di quando le paure,
anche quelle di andare al pozzo a prendere l’acqua, dovette vincerle da solo,
senza qualcuno che ti dice: ‘non avere paura!’. Quella con le proprie
paure è una battaglia che si combatte e che si vince da soli.
Quando uscivo da solo per andare al pozzo avevo paura, paura di
incontrare i mostri, i Bondi… continua Benni con ironia fra le
risate del pubblico. E ancora: Da ragazzo mi chiamavano ‘Lupo’ – e
qui viene fuori il Benni da ridere – perché mi avevano visto abbaiare coi cani
di mio nonno e pensavano che fossi una specie di Licantropo: mi portarono dallo
psicologo! Ma io avevo abbaiato un giorno per scherzo….

L’altro momendo di grande intensità
lirica si è vissuto con Che storia è questa?, di Erri De Luca e
Gianmaria Testa. Cominciano bene i due. Poi rallentano. Alla fine entusiasmano,
cantano insieme e col pubblico. Certo, Gianmaria Testa a volte sembra la copia
di Fossati, ma poi alla lunga esce. Il succo è uno solo: la storia del Novecento
e di questi ultimi anni è ben strana, fra guerre che ammazzano genti indifese e
migranti che continuano a soffrire, anche quando approdano nella terra delle
loro iniziali speranze.
Fra questi appuntamenti di autentica emozione, i fuochi
d’artificio di Mauro Corona (che si scusa con gli oltre 200 spettatori
degli Chiostro per non essere venuto al festival due anni prima e,
alla fine, attacca per una mail ricevuta da una signorina che lo accusava
di averlo fatto per motivi politici) e di impegno civile, con Benedetta
Tobagi che, nel tracciare un’accurata e rigorosa ricostruzione della
storia italiana degli anni ’70, non risparmia nessuno, né – citiamo –
l’ex picchiatore fascista La Russa, né l’attuale Presidente
della Camera Gianfranco Fini, con cui non condivide l’idea che sulla
strage di Bologna ci siano ancora troppi misteri: C’è una sentenza
passata in giudicato e qualche verità è stata stabilita. Bisogna partire da
lì. A proposito dei suoi studi sullo stragismo a cavallo tra anni
’60 e ’70, uno spettatore dell’auditorium (poche le sedie libere nelle ultime
file) invita la figlia del giornalista del Corsera ucciso dai terroristi a
chiedere a Cossiga: No, non chiedo nulla a Cossiga perché invece di
rispondere a me direbbe cose che vuol far sapere ad altri.

Infine lo sceneggiatore e scrittore
Fredo Valla (co-autore con Giorgio Diritti del bellissimo film Il
vento fa il suo giro), parlando del suo lavoro su Geo Chavez, un nuovo
film documentario a 100 anni dalla prima trasvolata delle Alpi dell’aviatore
franco-peruviano che si schiantò a Domodossola dopo aver superato il Sempione
(quota più alta mai raggiunta al tempo), bacchetta – ma senza nessuna
volontà polemica – gli amministratori ossolani, responsabili di non aver
sostenuto il progetto.

Domenica 27 giugno

Il pubblico si affeziona, molte
facce sono quelle che si vedono anche i giorni precedenti, qualche volto è
nuovo, gente venuta apposta solo per oggi. Arriva anche il
pullman con 20 spettatori dal Circolo dei lettori di Torino. Affollano la
colazione con l’autore più seguita di questi 4 giorni, e si trasferiscono
da un evento all’altro. Appassionati e attenti, con tanto di penna
e block notes per gli appunti. Lerner nel primo pomeriggio fa ancora il
pienone al Chiostro e anche Angela Terzani, all’auditorium, riesce a
vincere la concorrenza di Germania – Inghilterra ai mondiali con un bel pieno.
Per una conta reale bisognerebbe distinguere, come si fa con le
statistiche dei siti web, tra utenti diversi e
contatti, cioè tra spettatori diversi e quelli che seguono più
di un appuntamento. La media dei contatti tra giovedì e venerdì
(abbiamo seguito 8 eventi) si aggira attorno ai 45. Media dei contatti
che si impenna vertiginosamente grazie al week-end e ai nomi di autori
importanti, forse non tutti legati alla montagna, ma tant’è: la cultura vince
se allarga i suoi orizzonti. Lo storico Gianni Oliva, a casa Ceretti
proprio mentre l’Inghilterra accorcia con la Germania (1-2), non è più
assessore alla cultura della Regione Piemonte, e la sua bibliografia
non basta a richiamare le folle. La sezione più in salute resta quella
allestita al parco di Villa Maioni, nelle vicinanze della civica
Biblioteca, quella gestita e voluta nell’ambito del festival dal
Corpo guide alpine della Valle Ossola. Un’idea intelligente. Alla
fine alcuni fra i numeri più significativi dell’intera rassegna sono proprio
questi con una media di 150 al giorno (un picco di 177 giovedì e un minimo
di 135 domenica). Gli albergatori convenzionati – ed è questo
dell’attrazione turistica uno degli scopi principali di Lago Maggiore
LetterAltura – intanto forniscono i loro risultati: su 9 strutture
cittadine, cinque non hanno avuto pernottamenti, gli altri 4 ne hanno avuti
10 (3 per due notti, 7 per una notte a cavallo tra sabato e domenica). Rispetto
agli anni scorsi – ci dicono alla reception dell’Hotel Belvedere, dell’Hotel
Pallanza e del San Gottardo – ci sembra di avvertire un leggero
calo. Noi – conclude l’addetta dell’Hotel Beata Giovannina di
Suna – abbiamo avuto due camere doppie: dunque LetterAltura batte la
manifestazione ’50’sLake’ 4 a 2!.

(Per www.lineaverticale.net A. Buffoni)

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.